Nuova storia del cinema by Beatrice Fiorentino

Nuova storia del cinema by Beatrice Fiorentino

autore:Beatrice Fiorentino [Fiorentino, Beatrice]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Hoepli
pubblicato: 2023-10-10T00:00:00+00:00


Salò o le 120 giornate di Sodoma, Pier Paolo Pasolini, 1975 © Alamy

INDAGINI E CITTADINI: LA STAGIONE DEL CINEMA CIVILE

DI CHIARA BORRONI

“Il mio cinema è un cinema sulla realtà sociale del nostro Paese, con il tentativo di vederlo anche secondo un’ottica politica. Non ho altre ambizioni. Ho una sicurezza, però: quella di affrontare con coraggio i temi più brucianti della nostra attualità. È rischioso, ma lo faccio volentieri perché ritengo che questi film non possano essere considerati solamente opera mia, sono un’opera collettiva: questi film sono stati fatti da tutti quanti noi”. Risponde così Francesco Rosi in un’intervista a proposito de Le mani sulla città (1963), Leone d’oro alla Mostra di Venezia, film che, denunciando la corruzione nel settore dell’edilizia a Napoli, recupera l’afflato sociale del neorealismo dandosi come precursore di quella stagione del cinema italiano che, soprattutto dalla fine degli anni Sessanta, troverà materia viva e pulsante nella crisi istituzionale e nelle incertezze collettive del periodo. Nel suo cinema successivo Rosi continua, d’altronde, a mettere al centro la denuncia delle connivenze tra potere politico e interesse economico, i rischi dell’eversione e dell’autoritarismo, il ruolo politico della mafia, con titoli come Il caso Mattei (1973) o Cadaveri eccellenti (1976) che lavorano in prima istanza proprio sul forte riferimento all’oscurità del presente. Già con Uomini contro (1970) – nonostante l’ambientazione storica durante la Prima guerra mondiale – Rosi aveva confermato l’intenzione di utilizzare il cinema come strumento civile e politico, denunciando il carattere classista del conflitto, attaccando in modo esplicito l’esercito e i rischi connaturati alla deriva militarista proprio mentre l’Italia viveva il tentato golpe del generale Junio Valerio Borghese. Con Uomini contro, inoltre, prende consistenza anche il ruolo di Gian Maria Volonté come corpo simbolico dell’impegno civile nel cinema del periodo, ruolo confermato dai film successivi girati con Rosi e dal parallelo sodalizio con Elio Petri. Anche grazie alle leggendarie interpretazioni di Volonté (e al lavoro di sceneggiatura con il sodale Ugo Pirro), film come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970), La classe operaia va in paradiso (1971), La proprietà non è più un furto (1973) diventano emblema – talvolta spingendo verso il grottesco, talaltra verso il visionario – di un cinema coraggioso proprio per il suo essere perentorio ed esplicitamente ideologico. Un cinema capace di arrivare al pubblico non solo italiano (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto viene ricompensato con l’Oscar come miglior film straniero) e, al contempo, di sollevare polemiche e duri attacchi politici per l’asprezza con cui richiama l’attenzione sul fallimento della contestazione, sulla perdita di identità del proletariato, sulla corruzione della classe dirigente e sui rischi dell’autoritarismo istituzionale. Tutti temi che, insieme al dilagare della violenza e della criminalità, saranno ripresi in chiave più demagogica e popolare dalla numerosa produzione di genere del periodo, che popola gli schermi italiani di commissari dal pugno di ferro rispondendo (anche in ottica commerciale) a quella diffusa richiesta di ordine che la società chiedeva a gran voce.



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